Nel labile equilibrio tra realtà ed apparenza si collocano le illusioni suggerite dalle architetture dipinte: queste possono considerarsi come architetture immaginarie, immateriali, che non hanno altra realtà spaziale se non quella della nostra mente, la realtà virtuale, appunto, che diventa immagine attraverso l’espressione pittorica. È questo tipo di intenzione a costituire il fondamento della rappresentazione prospettica dell’antichità che si propone, in più declinazioni, di dare forma ad uno spazio irreale intuibile al di là dello spazio concreto. Tra i numerosi esempi di architettura dipinta, talvolta integrata da giochi di luce e colori che imitano magistralmente luce e colori naturali, è emblematico il caso della villa di Poppea ad Oplontis, dove architettura e pittura contribuiscono a plasmare un unico spazio, ora reale ora illusorio, in cui, senza dubbio, ha giocato un ruolo fondamentale l’intuizione della prospettiva.
Il progetto e l’illusione
La ricerca intellettiva di una sempre maggiore aderenza con la realtà percepita spesso si traduce nel creare uno spazio illusorio, inteso come l’equivalente visivo dello spazio reale; la risposta a tale esigenza comporta il continuo superamento della disomogeneità esistente tra lo spazio rappresentato e quello reale, tridimensionale il secondo, bidimensionale il supporto materico del primo.
18.00 €
Dettagli
Pubblicazione | Ottobre 2009 |
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ISBN | 978-88-96790-00-7 |
Formato | cm 21×24 |
Pagine | 96 |
Prezzo | 18,00 € |